C'è stata un'epoca in cui il mondo era semplice, poteva essere risolto tutto in maniera facile e senza troppe complicazioni. O almeno era così nei film!
Harvey è un esempio di quel tipo di cinema anni '50: in bianco e nero ma pieno di buoni sentimenti e fantasia. La storia racconta di Elwood P. Dowd, un benestante e gioviale uomo con una particolare situazione: vive seguito costantemente da Harvey, un coniglio gigante. Ma se in Donnie Darko era qualcosa di preoccupante, qui il coniglio è ben accettato da Elwood che gli apre la porta, gli offre da bere, gli parla davanti a tutti. Cosa che lo fa passare per pazzo agli occhi di sua zia e sua cugina che vogliono farlo internare. Ma Harvey nn è una semplice allucinazione…
Mi mancano queste commedie garbate e buffe degli anni '50 in cui James Stewart la faceva da padrone con quella sua aria gentile, da brav'uomo perbene. E mi manca quella comicità semplice e nn volgare di questi film. La cosa bella è che si tratta dell'adattamento di un'opera teatrale e se fate attenzione a come si svolge l'azione si nota. La cosa che però apprezzo di più è la lezione morale che il film fornisce alla fine, tra ricerche e storie d'amore.
Alla fine di tutto anche voi vorrete un coniglio gigante, o meglio un pooka, al vostro fianco :)
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