(o "Come fare un film fedele a se stesso" o "Lezione di sequel")
Tre simpatici ragazzi, tempo fa, iniziarono a fare un film che diventò una trilogia: Harrison era un falegname prestato al cinema, George era un sognatore e Steven pure se nn di più... Decisero di raccontare la storia di un archeologo sui generis che girava con cappellaccio e frusta cercando tesori mitici. Svariati anni dopo (cioè oggi) il trio s'è riunito per narrare, si pensa per l'ultima volta, le avventure dell'archeologo. No, nn ho fumato l'erba del giardino, è la versione romanzata di come è nato uno degli eroi più famosi del cinema e di cui ho visionato oggi l'ultimo capitolo.
Anni '50! Il mondo è spaccato in due (come sempre del resto), filo-americani e filo-comunisti, in quella che tutti conosciamo come Guerra Fredda. Un periodo dove le streghe dormivano sonni tranquilli visto che tutti cercavano i "Rossi". Ma è anche un'epoca di ricerche e segreti. Come l'Area 51 americana, proprio dove comincia la nostra storia! Un commando russo fa irruzione nel sito militare e ha due ostaggi. Uno di questi è Harry Jones jr, detto Indiana Jones! Il suo compito sotto coercizione è trovare una cassa tra miriadi in uno degli hangar. Una cassa che contiene qualcosa su cui ha dovuto lavorare e che i russi ritengono un'arma! Ma il prof. Jones nn è intenzionato a darla vinta ai "compagni". Ora però le cose nn sono più semplici come negli anni '30 o '40 (come se lo fossero state): dopo questo fatto ha l'FBI alle calcagna e rischia il posto di docente universitario. Eppure l'avventura nn molla Indy che incontra Mutt, un ragazzo che gli comunica la scoperta di uno dei mitici teschi di cristallo risalenti agli Incas. Da qui inizia la vera ricerca, nel buon vecchio stile Indiana Jones!
E il buon vecchio stile è quello che più mi ha colpito in questo film! Se avete visto i primi tre avrete un'idea di come si compone la storia e sapete anche che ogniuna è differente dall'altra rendendo il tutto affidabile ma sempre nuovo. Quello che si sente maggiormente in questo episodio è il senso del tempo che passa, di un eroe che si sente fuori posto nel mondo che cambia ma che è l'unico a sapere come fare il suo lavoro! Indy sarà anche un rudere ma è il miglior rudere nel suo campo! Un altro punto su cui Lucas/Spielberg hanno puntato è ricreare quel feeling che c'era ai tempi dei I Predatori dell'Arca Perduta e lo si capisce dal numero di rimandi alla prima avventura. Se nn ci fossero Il Tempio Maledetto e L'Ultima Crociata potremmo quasi dire che questo è un sequel de I Predatori fra il ritorno della vecchia fiamma di Indy, Marion, una cassa con dentro una certa arca fino al ricordarci che il nostro eroe nn ama i serpenti. Potremmo dire che questo è il modo di fare un sequel (Allora George Lucas ha imparato!!)! Poi sembra che Harrison Ford abbia passato tutti questi anni a tenersi in allenamento mentale per questo giorno! Indiana Jones è Harrison Ford ma Harrison Ford è Indiana Jones! Una noticina a parte va per Shia LeBoeuf, giovinetto emergente del cinema americano. Bravo pure lui e se la cava per quanto Mr Ford sia il centro.
Tirando le somme dovreste andarlo a vedere sia che siate dei fan di Indy, sia che amiate l'avventura tout court, sia per amore del cinema. Perchè questo è il modo giusto di fare un sequel fedele a se stesso dopo tutto questo tempo!
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